Cefalea, una terapia innovativa per trattarla.


Primo aspetto: la nascita del “cervello connesso”

Penso di poter tranquillamente affermare che la conoscenza nel mondo di oggi sia in gran parte influenzata e determinata dal continuo moltiplicarsi delle tecnologie telematiche. Queste ultime inondano, ormai, ogni aspetto del tessuto socio-culturale, che è sempre più dipendente dalle cascate di digitalizzazione prodotte da internet, rivoluzionando le modalità e i processi, attraverso i quali, tutto quello che c’è da sapere (non necessariamente il vero e non necessariamente l’indispensabile) viene generato e condiviso, in modo per lo più libero e per lo più incontrollato.

Per noi tutti la realtà è influenzata in modo compulsivo dall’esigenza di fare uso e appropriarsi di questi strumenti tecnologici, indispensabili per accedere agli attuali livelli della “conoscenza”.

La questione si fa ancora differente per le nuove generazioni, nate e cresciute, fin dalla prima infanzia con la forma mentis di questa “nuova cultura”, che ha prodotto una innovazione e trasformazione di tutti i processi riguardanti il modo di appropriarsi delle informazioni, le modalità e mezzi di comunicare tra di loro fino a dettare nuove regole nella integrale rappresentazione del mondo, e nella valutazione del grado delle proprie abilità. Il tutto ha finito per creare un “mondo social”, nel quale gli eventi, i giudizi e pre-giudizi, “le verità e conoscenze”, si appropriano sovente e in mondo crescente del mondo reale, sostituendolo.

Se è vero che in uno studio scientifico alcuni ricercatori hanno trovato un modo per connettere il cervello umano direttamente ad internet, è anche vero che questa evoluzione tecnologica ha ormai trasformato noi tutti, in diversi livelli, in rifugiati digitali (per lo più le vecchie generazioni) o nativi digitali (le nuove generazioni), con tutte le trasformazioni inerenti il mondo della conoscenza e del comportamento e ha determinato la nascita del “cervello connesso”.

Secondo aspetto: la presenza di condizionamenti e cause stressanti nella società odierna.


Se le domande “siamo liberi ?” o “in che parte le mie decisioni sono effettivamente determinate dalle mie intenzioni e aspettative e non condizionate dal mondo esterno ?” hanno praticamente accompagnato la crescita in tutta la storia dell’umanità (col beneficio di poter utilizzare il termine “condizionamenti” anche ante litteram), si ha l’impressione che, in questa sorta di “società informazionale”  i condizionamenti siano marcatamente presenti, fino a poter alterare le scelte degli individui.

Le persone hanno spesso a che fare con una comunicazione, che possiede sovente modalità incalzanti e ripetitive e che oltrepassa le

nostre volontà coscienti, fino a penetrare per via subliminale negli strati più profondi dell’inconscio, dove valgono diverse leggi, non quelle razionali. 

I modelli culturali e mediatici odierni  stimolano gli individui a volere sempre di più e a porsi delle aspettative sempre più ambiziose. Il mancato raggiungimento delle delle stesse infonde nell’individuo una sensazione di inadeguatezza personale e sociale, generando come conseguenza stress crescente e stati psicologici negativi e disturbanti,  quali depressione e ansia.

La cefalea, principalmente nella forma di tipo  tensivo, è spesso una naturale conseguenza di tutto ciò.



Cefalea di tipo tensivo: epidemiologia e definizione

Un importante studio epidemiologico (PACE study) condotto nel 2008-2009 in Italia ha definito i contorni della frequenza della cefalea, evidenziando 2 dati sorprendenti.

1)       Il 52.0% delle donne ed il 42.8% degli uomini soffrono di cefalea abituale.

2)       Il 75.8% delle donne ed il 60.6% degli uomini hanno sofferto di mal di testa nell’arco della propria vita.

 

La cefalea di tipo tensivo fa parte delle cefalee primarie, secondo la classificazione redatta dalla International Headache Society [IHS]. Le altre cefalee primarie sono l’emicrania e la cefalea a grappolo..

La cefalea di tipo tensivo [conosciuta anche come cefalea muscolo-tensiva nelle precedenti classificazioni] è la forma più diffusa di cefalea nella popolazione generale ed è suddivisa in 3 tipi, tenendo conto della frequenza degli episodi:

1)       Forma episodica sporadica o occasionale

2)       Forma episodica frequente: attacchi dolorosi presenti mediamente per meno di 15 giorni al mese

3)       Forma cronica: presente più di 15 giorni al mese e spesso quotidianamente

I sintomi sono di crescente intensità . Nella forma episodica sporadica della cefalea di tipo tensivo e nelle prime fasi della forma episodica frequente, si parte da un dolore quasi sempre sopportabile di tipo gravativo o a casco, che si può irradiare per tutto il cranio, ma generalmente raggiunge la massima intensità a livello della nuca e dei primi segmenti del rachide cervicale.

La persistenza della forma episodica frequente può portare alla cronicizzazione della cefalea tensiva [forma cronica]. In questo caso il dolore è difficilmente sopportabile e la sua intensità è spesso tale da produrre confusione e difficoltà di concentrazione. Il mal di testa si accompagna generalmente a nausea e fotofobia (fastidio alla luce) e fonofobia (fastidio ai rumori) e, soprattutto nelle forme più intense, va ad alterare tutti gli aspetti della vita (sociale e lavorativa) della persona.

Secondo uno studio di una prestigiosa rivista scientifica internazionale, negli USA la prevalenza della forma episodica di cefalea tensiva è di circa il 38% della popolazione generale, mentre quella della forma cronica è di poco superiore al 2%. È più frequente nelle donne, rispetto agli uomini con un rapporto di 1 a 16 e la fascia di età di maggiore insorgenza è tra i 35 e i 40 anni, pur essendo presente incisivamente a tutte le età.

Elemento molto interessante è che prevalenza della cefalea tensiva si incrementa con l’incremento dei livelli di istruzione scolastica in entrambi i sessi, arrivando a sfiorare la prevalenza del 50 % nelle persone laureate.

Lo stress (di varia origine) la perdita di sonno e il mantenimento di posture scorrette, scatenano e intensificano gli attacchi di cefalea di tipo tensivo.


Biofeedback.

Domande Frequenti e Risposte (FAQ)

 

Quali sono i meccanismi fisiopatologici del nostro corpo che determinano la cefalea di tipo tensivo [Fisiopatologia] ?

Le più moderne teorie indicano che la cefalea di tipo tensivo è prodotta da fenomeni di sensibilizzazione nocicettiva periferica, (i “nocicettori” sono terminazioni nervose specializzate nel riconoscere stimoli in grado di produrre, potenzialmente o concretamente, un danno tissutale),  il cui effetto prevalente finale è rappresentato da contrattura di gruppi muscolari (frontali, nucali, cervicali) con dolore locale e  aumentata sensibilità alla palpazione muscolare.

Con l’andar del tempo e la ripetizione degli attacchi , la sensibilizzazione delle vie nocicettive percorre le vie centrali del dolore e si estende alle aree corticali coinvolte nella processazione del dolore. La persistenza di questo fenomeno disnocicettivo centrale, determina l’evoluzione delle forme episodiche in forme croniche di cefalea di tipo tensivo.


Che cosa è il biofeedback ?

La traduzione letterale di biofeedback è retrazione biologica. Definisce un procedimento che attraverso un apparecchio consente all’individuo utilizzatore di visualizzare funzioni biologiche [i più comuni sono la frequenza cardiaca, respirazione, temperatura corporea periferica, tensione muscolare, sudorazione cutanea], altrimenti poco rilevabili o irrilevabili del tutto a livello della coscienza. Attraverso dei trasduttori (sonde che vengono applicate sulle dita o nelle zone interessate con velcro o adesivi) con il segnale viene registrato in periferia, codificato e intensificato da un amplificatore controllato da un software. Il risultato è di poter acquisire in tempo reale il valore e la sua variazione della singola grandezza (ad esempio della tensione muscolare). Tale informazioni sono ovviamente usufruibili dall’operatore e dall’utilizzatore.

Tale tecnica è assolutamente non invasiva, viene escluso in ogni caso l’utilizzo di aghi e non viene effettuata alcuna stimolazione elettrica.

Non si può effettuare nei portatori di pace-maker cardiaco o altri elettrostimolatori permanenti.


Perché il biofeedback è un efficace trattamento della cefalea di tipo tensivo:

La modalità di azione del biofeedback sulla cefalea di tipo tensivo è essenzialmente di retroazione, ovvero mediante il biofeedback si

mira a desensibilizzare il sistema nocicettivo a livello periferico, nel caso delle forme sporadiche e nelle fasi iniziali delle forme frequenti, ma anche le vie e i centri del dolore cerebrali, nel caso delle forme frequenti avanzate e nelle forme croniche.

Dal momento che uno dei principali effetti della cefalea di tipo tensivo è l’aumento della contrattura di determinati muscoli (frontali, nucali, cervicali), mediante il posizionamento in questi muscoli di trasduttori elettromiografici (adesivi non invasivi) viene rilevato il grado di contrattura muscolare, che è resa disponibile in tempo reale all’operatore e anche all’utilizzatore. L’operatore dovrà quindi guidare l’utilizzatore ad agire in mono tale da diminuire la contrattura muscolare (ad esempio rilassandosi).

Il software delle più recenti apparecchiature  generano un filmato o una immagine in composizione [ad esempio l’immagine del mare o un puzzle che si compone] che si attivano quando l’utilizzatore riesce ad raggiungere dei valori inferiori di contrazione rispetto a un limite predeterminato. Ciò appaga l’utilizzatore e lo incoraggia a migliorarsi.

In alcuni casi occorre abbinare al trasduttore dell’elettromiografia, altri trasduttori, che consentiranno di aumentare le possibilità di desensibilizzazione del dolore e migliorare l’efficacia.

Nel trattamento con biofeedback della cefalea di tipo tensivo, viene tenuto contro dello stress, presente in forma diversa in ogni singolo individuo ?

Assolutamente si. Uno dei punti forti del biofeedback è proprio la valutazione dello stress e della variazione delle grandezze fisiologiche, che lo stesso stress sta determinando nella persona [basti pensare all’aumento dei battiti cardiaci, della pressione arteriosa, della sudorazione].

Nel corso dei primissimi trattamenti si effettua uno specifico stress test, che fornirà valide informazione all’operatore per il successivi trattamenti di biofeedback.

 

Quali sono i risultati del biofeedback ?

Dalle linee guida redatte nel 2010 da una prestigiosa società internazionale di neurologia [European Federation of Neurological Societies] emerge che il biofeedback per il trattamento della cefalea di tipo tensivo ha una raccomandazione di tipo A [la massima], ossia è assolutamente consigliato.

Da importanti lavori pubblicati sulle più autorevoli riviste internazionali del settore, l’efficacia del biofeedback per questa forma di cefalea si attesta attorno all’80/90%.


È indicato nei bambini e in donne in gravidanza ?

Certamente si. Può essere effettuata nei bambini e nelle donne in gravidanza. Inoltre, l’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) ha redatto delle linee guida della cefalea e ha suggerito di privilegiare il Biofeedback come trattamento di ogni tipo di cefalea nelle donne gravide.


Quanto dura una seduta e che numero di sedute di biofeedback si rende necessario per il trattamento della cefalea di tipo tensivo ?

 

Un’altra specificità del biofeedback è quello di essere un trattamento individualizzato in base alle esigenze di un singolo individuo.

La durata media di una seduta di biofeedback è di 30 minuti, ma può subire dilazioni se l’operatore ne ravvisa la necessità.

Anche il numero di sedute non è quantificabile. In genere si parte da un minimo di 5, per poi modularlo in base all'andamento del trattamento.

 

Ci può essere correlazione tra dolore cervicale (cervicalgia) e cefalea di tipo tensivo ?

Si. Una delle più frequenti co-morbilità in un soggetto con cefalea di tipo tensivo è rappresentata dalla cervicalgia, spesso derivante da artrosi del rachide cervicale o da discopatie (protrusioni e ernie discali cervicali). In questi casi, dopo valutazione specialistica neurochirurgica, possono essere validamente associate altre terapie specifiche: ozonoterapia eco guidata, scramblertherapy.